Essere vivi è un cosa straordinaria
di Bruno Gambarotta
Non avete nostalgia dei necrologi sulla carta stampata? Io sì. Ignoro se sono stati sostituiti da quelli online perché non vado su Facebook, ma comunque non sarebbero la stessa cosa. Sono stato un lettore precoce dei quotidiani. Da giovane leggevo tutto il giornale ma non i necrologi.…
La sfortuna di vincere alla lotteria
di Ermanno Cavazzoni
Un modo che il destino ha per punirti è farti vincere una grossa somma alla lotteria di stato. Tutti credono sia una fortuna; invece, dati statistici alla mano, è una grande disgrazia. Se uno potesse scegliere conviene vincere una sommetta che ti permette di cambiare il frigorifero,…
E se rileggessimo Vonnegut?
di Paolo Di Stefano
«Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d’Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano ancora qua e là…». Non sono…
Sacri misteri e utilità dei sondaggi
di Bruno Gambarotta
Sarò sincera, ogni volta che vedo comparire all’orizzonte un sondaggio mi propongo di saltarlo, ma poi la tentazione di andare a vedere fino a che punto di scemenza sono arrivati è troppo potente. E pensare che la mia forza di volontà è proverbiale fra i miei amici. Sono capace di…
Josè, cacciatore di foche e di guanachi
di Melania Mazzucco
Il 21 agosto del 1892, a Genova, all’Esposizione delle missioni cattoliche americane, nel giardino adiacente la galleria della mostra si inaugurò il villaggio fuegino: un agglomerato di capanne di rami intrecciati e foderate di pelli, con tanto di lago artificiale dove gli indigeni –…
L’intellettuale, cultore dell’eccellenza
di Aldo Grasso
«Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che si sa o che si tace, che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un…
Le nuove povertà /28
di Lidia Ravera
Fanny non rispose subito, Von Arnim rimase ad ascoltare il segnale con calma, era un vezzo consueto quello di farlo aspettare e poi mentirgli: «Che cosa ho fatto di male per meritarmi una telefonata nel cuore della notte? Dormivo come un ghiro imbottito di lexotan». La voce era quella…
Colazione precoce
di Bruno Gambarotta
Sollecitati da una grande massa di stimoli, molti bambini entrano in prima elementare sapendo già leggere e scrivere. Io no. La mia lingua materna era il piemontese, tuttora nella pratica della vita quotidiana mi accade di pensare e di nominare azioni e oggetti in dialetto e doverli…